L’arciere cessa di essere cosciente di se stesso come colui che deve colpire il bersaglio che gli si oppone.
Questo stato di incoscienza si realizza solamente quando egli, completamente vuoto e libero da se stesso, diventa uno con il perfezionamento delle proprie capacita` tecniche, per quanto in questo gesto ci sia qualcosa di ordine superiore — che non puo` essere raggiunto con un semplice approfondimento dell’arte…
[2]
Il prossimo mercoledi` alle 21.30
io saro` alla
serata di presentazione dei corsi di Kyudo
presso la
scuola elementare “Bacone”
in via Matteucci 3 a Milano.
(in veste di spettatore, che sia chiaro!).
Per approfondimenti, rimando al sito del Kouzen Kyudo Club
- [1] Stavo per intitolare il post “Lo Zen e l’arte del tiro con l’arco“, ma non volevo falsare i risultati dei motori di ricerca. :)
Si tratta di un libro (molto bello, secondo me) di Eugen Herrigel (1884-1955), il quale ha potuto studiare kyudo in Giappone – dove si trovava ad insegnare filosofia. Il libro ha poi ispirato il ben piu` citato (e noioso, a mio parere) “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” di Pirsig (1974) e molti altri. - [2] la traduzione e` mia, dalla pagina di Wikipedia dove viene riportato questo brano.