Ricordo che ero a casa della nonna paterna quella mattina, come spesso nei periodi estivi.
Una casa di sei piani, che si affaccia su Piazza dei Martiri.
Era una bella giornata di sole, era fresco ed io giocavo in terrazza con la nonna e sua sorella, che abitava con lei.
Avevo solo sei anni, e ricordo ancora oggi il boato.
Tremarono i vetri e il pavimento, una tazzina di caffe` cadde a terra e si ruppe.
Dopo forse una decina di minuti, la telefonata di mio padre e di mia madre, per sapere se stavamo bene.
Quasi non la sentimmo, il telefono era coperto dalle sirene. Le stesse sirene che ci accompagnarono per tutta la giornata.
Non vidi mio padre per almeno altre trentasei ore, mentre portavano autobotti in stazione una dopo l’altra.
Acqua per lavare la polvere, i mattoni, il legno, il vetro, il sangue.
Non ricordo neanche se tornai a casa, quella notte: i miei erano impegnati, perche` c’era da fare, tanto da fare.
Sono passati ventisette anni, e ancora me lo ricordo.
Sono passati ventisette anni, e ancora non sappiamo chi e` stato.
Ieri sera su History Channel ho visto mio nonno tra i soccorritori. Lavorava all’ufficio postale della stazione, e rimase incredibilmente illeso (esteriormente).
CosƒÂ¬ si trovò tra i primi a vedere quello spettacolo, anticipando polizia, vigili del fuoco ed ambulanze.
Ho raccontato la strage di Bologna vista dalla mia famiglia, nel mio blog:
Mio nonno su History Channel